Ultimo fra gli Stati italiani a essere colpito dall'epidemia di colera del 1836-37, il Regno delle Due Sicilie era anche quello che riportava il più pesante bilancio di vittime, tanto in valori assoluti quanto in rapporto alla popolazione. All'ingente perdita di vite umane si aggiungevano i danni economici, legati alle prime misure di contrasto dell'epidemia - dai cordoni sanitari terrestri e marittimi all'apertura dei cimiteri extraurbani - e alle limitazioni imposte ai traffici commerciali. Dalla drammatica congiuntura sanitaria, il Regno usciva sensibilmente colpito nella sua struttura demografica e impoverito. La ricostruzione storica dell'impatto del colera sulla società meridionale ne evidenzia le molte ripercussioni a livello politico - con il dilemma, peraltro attualissimo, tra contenere i contagi e salvaguardare le attività produttive -, normativo e medico (gli scienziati si dividono tra epidemisti e contagionisti mentre proliferano le teorie più fantasiose circa l'origine del morbo). Ma il colera non portò solo morte, dolore e miseria: cambiarono le politiche di igiene pubblica, le modalità di sepoltura, la dialettica centro-periferia a livello amministrativo, con un certo grado di autonomia guadagnato dalle autorità locali. Esiti che portarono a sviluppi originali e alla timida modernizzazione di uno Stato ancora autocratico.
TITOLO IN CATALOGO Verifica disponibilitàTra le ultime comparse della peste in Europa continentale, l'epidemia che colpì la cittadina di Noja (oggi Noicàttaro) nei pressi di Bari, nel 1815-16, fu anche una delle più gravi manifestazioni di tale morbo in quella fase di transito fra la seconda e la terza pandemia, compresa fra la peste di Marsiglia (1720) e quella di Maiorca (1820). L'epidemia costrinse il governo borbonico, appena tornato al potere dopo la lunga parentesi napoleonica, ad adottare mezzi straordinari nel tentativo, riuscito, di circoscrivere il contagio e di provvedere alla cura e all'assistenza della popolazione colpita. Per gli apparati amministrativi preposti a tali compiti, la peste consentì di acquisire più aggiornati strumenti di politica igienica e sanitaria che si sarebbero rivelati utili nel corso dell'Ottocento, permettendo alla burocrazia statale di crescere in modernità, organizzazione ed efficienza.
TITOLO IN CATALOGO Verifica disponibilitàIl presente volume analizza il sistema scolastico meridionale nell'Ottocento preunitario, evidenziando gradi di efficienza e livelli di funzionalità diversi per ciascuno dei tre comparti dell'istruzione presi in esame. In relazione alla scuola primaria, l'analisi ha messo in luce un quadro di pesante arretratezza, determinata, tra l'altro, dalla povertà delle risorse e dalla carenza di professionalità adeguate. Anche il numero di soggetti coinvolti nei processi di alfabetizzazione restò sempre molto basso. Per quanto concerne l'istruzione agraria, va dato atto al governo di aver compiuto svariati tentativi di favorirne la diffusione, che tuttavia si scontrarono con rilevanti ostacoli di ordine finanziario e organizzativo. In riferimento all'istruzione superiore, è emerso invece un sistema di una certa solidità, imperniato su istituti quali i collegi e i licei, dove operava un personale ben retribuito e dotato in genere di un elevato livello professionale, a testimonianza della necessità, perfettamente avvertita dal governo, di assicurare le condizioni per il ricambio della classe dirigente.
TITOLO IN CATALOGO Verifica disponibilitàIl volume analizza la diffusione della vaccinazione antivaiolosa nel Mezzogiorno nel periodo compreso fra il 1801, anno in cui furono praticati i primi innesti a Palermo e Napoli, e l'unificazione nazionale. La trattazione è suddivisa in due parti: nella prima si passano in rassegna, in sequenza cronologica, gli interventi normativi intesi a promuovere il metodo jenneriano, e nella seconda si esamina la vera e propria prassi vaccinatoria, con tutti gli ostacoli di varia natura che ne intralciarono il cammino. L'analisi pone in rilievo che, nonostante la scarsa collaborazione della classe medica e del clero, e la diffidenza della popolazione verso una tecnica occulta, dagli effetti imprevedibili, la copertura vaccinica si estese in maniera lenta ma decisa, giungendo ad interessare, al termine del periodo qui considerato, la grande maggioranza dei sudditi del Regno.
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